Incontro con Lea Vergine
2001
Nel settembre 2001 come Vegetali Ignoti (Riccardo Paracchini e Luca Scarabelli) abbiamo incontrato Lea Vergine. E le abbiamo posto alcune domande sulla sua vita privata. Quindi abbiamo lasciato trascorrere un anno, e ci siamo nuovamente recati a lei per fare due o tre fotografie al suo “corpo mistico”.
Ma andiamo a cominciare…
La prima è una domanda di rito, ma sapendo che ad una donna non si chiede mai l’età, le chiediamo, quanti anni aveva ieri?
Ma è una fregatura che vi prendete… Sapete cosa diceva Baudelaire?: “Se una donna dice la propria età è capace di tutto”. La mia è nota, e tutte le volte che passo davanti allo specchio la vedo; e quando non passo davanti allo specchio c’è la reazione alla vita di una tredicenne, il che significa che sono una sorta di ritardata specializzata. Ne ho 63 compiuti il 15 febbraio… Quindi scivolo verso i sessantaquattro.
…va bene…
…andrà bene per lei!!
Qual è il colore con cui si veste solitamente?
Dipende dai periodi, dalle stagioni. L’ultimo che mi viene in mente, adesso, è il viola… il lilla… nelle varie gradazioni, ma forse dovrei ormai adottare ininterrottamente il nero.
Quando era piccola cosa pensava di fare da grande?
Disegnavo ma pensavo di scrivere. I miei disegni: quando ho provato a rifarne uno, mi pare in prima media, quando mi toccò andare alle scuole e avere l’ora di disegno, all’epoca, ne fui cacciata fuori. Oggi credo che quei disegnini sarebbero di quelli… “accaparrati” dalla moda. Uhm, ma sì, se debbo dire, pensavo di scrivere…
Si immaginava scrittrice dunque.
Sì però, essendo ancora sana, non pensavo all’arte… Come dire, non corrotta da queste “superfetazioni”. Per la verità scrivevo dei raccontini tremendi! Anche alle medie dove fui tra quelle disgraziate che pubblicano sui giornali di scuola… Mi fa venire in mente di aver scritto un raccontino… avevo 11, 12 anni. Parlava di una vecchietta antiquaria che aveva una vetrina su strada, sfigatissima, mai nessuno si fermava, eccetera, finché un giorno tutti si fermano, fanno delle belle faccette, sono compiaciuti, poi ritornano a guardare, poi vanno avanti, e lei è tutta felice. Invece poi scopre che aveva messo uno specchio.
C’era già la previsione dell’illusione dell’arte.
Sì… forse…
Come si chiamava il suo primo amore?
…uhm… si chiamavaa…
…non ricorda…
No, no… sono incerta, sto cercando di rispondere esattamente alla sua domanda. Stiamo parlando dell’infanzia, dell’adolescenza… Si chiamava Alfredo, ed era il padre di una mia amica.
Ah!!
… eh, ragazzi!?…
(lunga pausa di riflessione, ci guardiamo)
Che tipo di scarpe preferisce portare?
Col tacco no. Intendendo per tacchi quella sorta di supporti sadomaso. No, no, io mi sbizzarrirei, ma avendo un piede, detto dagli amici benefattori di “tipo egizio” (nel senso che ha la pianta del trentacinque e la lunghezza del trentasette), mi tocca prendere delle scarpe baby, col cinturino. Porto scarpe che prendo in quel negozio che fa scarpe per le ballerine della Scala.
Ha tante paia di scarpe?
Noo. Ma ne vorrei, come tutti, tante.
Quando è in casa da sola come si veste?
Beh, dipende… ci sono momenti in cui esplode un tardivo e ingiustificato “narciso”. Poi ci sono i momenti dell’abbandono, della straccioneria massima, in cui l’ideale è l’accappatoio e una faccia piena di crema, che so, quella per i baffi… per cui nessuno ti può vedere…
Quelle cremine verdi…
Sì quelle cose lì! Quella è la liberazione! L’allegria… le cose più pagliaccianti…
…coi cetrioli a fettine…
I cetrioli no perché li detesto. Se devo consigliare qualcosa è latte, miele e limone. Viene una pappa profumata…
Il bagno o la doccia?
Il bagno!! Il bagno!!! La doccia la fanno quelli che si lavano solo da due generazioni: non sanno che la doccia non pulisce! Ci vuole il bagno perché apre il poro! Che se lo ficcassero nella mente!!
(ridiamo)
La gonna o i pantaloni?
I pantaloni, Gesù, sono di un tale scomodo! Ma neanche il pigiama! Anche gli uomini dovrebbero adoperare dei pepli, io trovo che con le stoffe che cadono intorno al corpo tutti ne guadagnerebbero.
Quando era piccola le capitava di camminare saltellando?
Eh, forse sì, qualche momento l’avrò avuto anch’io.
Adesso le capita ancora?
No,… non credo. Però faccio strane cose, …tutti mi dicono «oddio stai cadendoo!». No, non sto cadendo, vado solo per conto mio!
E di camminare sul bordo dei marciapiedi?
Noo. Io ho tutti i disturbi di questo mondo ma quelli che appartengono ai coatti no.
(ridiamo)
(giunge una telefonata, ascoltiamo indifferenti)
Le piaceva andare a scuola?
Non m’è mai piaciuto. I miei non mi hanno fatto frequentare né gli asili, né le elementari come tutti. Mi hanno fatto studiare privatamente, sino alla prima media… e per me è stato traumatico. Ho scoperto che non sapevo molte cose che gli altri sapevano.
Ah, allora le elementari le ha fatte col maestro a casa…
Sii, ero sempre tenuta in casa, e questo fino alle medie…
Abbiamo sentito dalla telefonata che le piace andare al cinema. Le capita di piangere?
Eh beh, perché no. Sono i film in cui uno se la gode tutta.
Che genere di film preferisce?
Preferisco piangere alla “Butterfly”, se proprio vuol sapere tutte le mie “attenzioni”…
Quindi il teatro…
Alla “Butterfly” si va solo per piangere. Quali film preferisco? Faccio prima a dirvi quelli che non amo,… per esempio i western, i film di uomini per uomini… di una omosessualità repressa. Adesso sono vecchia, voglio vedere solo i film d’amore che finiscono bene.
I film comici, che so, alla Villaggio?
Ma trovo che Villaggio è un attore non comico. Come si chiamava quella serie…
Fantozzi.
Sì, che ha una moglie bruttissima, la figlia è una scimmia. Beh, io lo trovo di uno strazio terribile… Per carità, è un attore bravissimo, dovrebbe fare teatro, dovrebbe fare Shakespeare. In Italia abbiamo un sacco di attori straordinari, per esempio Cederna, quel ragazzo che ragazzo più non è… avrà quarant’anni… Giuseppe Cederna è un attore straordinario, una faccia tagliata per Shakespeare. Trovo che ci siano dei caratteri straordinari in Italia.
Moretti?
Moretti… “cum grano salis”, con molti distinguo, sì, comunque l’ho visto tutto. Ha delle cose straordinarie, dalla “Messa è finita” all’ultimo film. Certo, il cinema non è il cinema di Moretti, non è il racconto: il cinema è per immagini.
Quale cinematografia le piace?
Amo molto il cinema inglese, dai classici a Ken Loach. Ma vedo anche gli italiani per amor di patria, e trovo che anche tra i giovani ci sono delle persone interessanti… ad esempio abbiamo Marco Bechis, l’autore di “Alambrado”, film straordinario, “Garage Olimpo”, “Hijos” dato adesso a Venezia…
Teatro: Puccini?
No. All’opera si va per piangere con la “Butterfly”. Uno ha un problema, e tutte le volte va a vedere la morte di Butterfly, per piangere e pacificarsi…
I suoi collaboratori, i suoi colleghi cosa pensa che pensino di lei: che è brava, lunatica, gentile, una carogna…
Lunatica, non credo. Gentile, qualcuno lo pensa. Ritengo d’essere profondamente gentile, e profondamente buona, anzi, ritengo d’essere la persona più buona che abbia mai conosciuto… E invece passo per un cattivo carattere: non è vero…
Sì, ci è giunta voce… se dobbiamo essere sinceri…
Eh?! Ah che ciò un cattivo carattere!! Ma è sempre così, quando uno ha carattere ha sempre un “cattivo carattere”. Quando uno non è servo nato, non è cortigiano, ha un cattivo carattere.
Ha mai disegnato uomini nudi?
Uh, no, disegnavo di tutto ma uomini nudi no.
L’insalata la condisce con limone o aceto?
Dipende da quello a cui si accompagna. Uso il limone, più che l’aceto.
Ha un piatto preferito?
Aimé tanti. Casco sui dolci. E poi mi piacciono quei piatti dove c’è il salato mescolato al dolce. E sono autarchica, preferisco la cucina italiana.
In auto le piace andare ad alta velocità?
No. Beh, io con l’auto ho una storia strana: non la posseggo più dal ’62: mi sembrava un gesto civile, c’era troppo inquinamento. Figuratevi, non eravate ancora nati…
A quanti anni ha preso la patente?
Diciotto. Avrei voluto fare, che so, i circuiti di Monza, ste robe lì. E mi ricordo che c’erano quei poveretti a fianco a me che mi urlavano “freno! frenoo!”.
Mentre mangia fuma?
Lo trovo orrendo, disgustoso. Dopo e prima.
Le piace andare alle inaugurazioni delle mostre?
Per carità di Dio!… Beh, da piccina sì. Adesso è un supplizio. Ma dipende, c’è la mostra dell’amico, della persona che ci tiene molto, e allora lì non è che ti diverti, ma sei partecipe di una certa emozione.
Quando mangia preferisce il vino, la birra, l’acqua… la Coca Cola…
Ho bevuto birra fino alla gravidanza. Birra o champagne… l’acqua mai! L’acqua serve solo per uso esterno. O in caso di malore. Tornando all’oggi, vino bianco.
(osserviamo il suo bicchiere di bianco, con tre cubetti di ghiaccio)
A proposito di gravidanza, a quanti anni si è sposata?
La prima volta a diciassette (17), appena finito il liceo… e tutti mi guardavano in continuazione la pancia come per dire “perché questa si è sposata a 17 anni in terza liceo”. Erano sempre attentissimi a questa pancia che non c’era mai… La seconda volta dopo la nascita della figlia.
Quindi a avuto una figlia…
Sì, ne ho fatta apposta una, e una sola.
A quanti anni l’ha avuta?
Adesso ne ha venticinque… Sta facendo un po’ di conti?…
No, no, stavo pensando… come si chiama la fanciulla…
Si chiama Meta. Il nome l’ha trovato suo padre. Io proponevo cose infami… Luce… Perla… Violante, mi piaceva il nome di mia nonna… E invece lui ha detto Meta “perché Meta è una particella greca, è un nome astratto, significa colei che va al di là di colui che l’ha generata”. Però ero preoccupata, perché poi questa ragazza pensavo che a scuola sarebbe stata presa in giro, per la storia di Meta-Mari/Mata-Hari… pensieri della mia generazione! Invece oggi chi sa di Mata Hari!
Torniamo a lei, è brava a cucinare?
Beh, dei primi piatti, delle paste…
…Uhm, quindi non è una “grande” cuoca…
No, non sono una “grande” cuoca. Sono una caratterista, faccio dei piatti molto semplici.
Quando lavora ascolta la musica?
No, ho bisogno del silenzio assoluto. Quando invece non lavoro mi piace molto ascoltarla al di là dell’intrattenimento. L’ascolto della musica varia a seconda del passare del tempo, degli anni… dei decenni nel mio caso! Adesso sono nel periodo della musica antica, arrivando, con qualche eccezione, fino a Bach.
Si ricorda di qualche pensiero strano che le era venuto da piccola? Tipo perché le nuvole non cadono se sono piene d’acqua…
Tanti… sì, tanti… (lunga pausa di ricordo)… Ah sì! Mi dissero una volta i miei nonni che le scapole si sarebbero, con l’età, sciolte in ali. Avrei avuto delle ali… Ci rimasi malissimo quando scoprii che non era vero… Beh, questo non è tanto un pensiero infantile…
Mah, no, è comunque un fatto interessante della sua infanzia…
Fu una delle delusioni più atroci, perché ci avevo creduto, come un pollo!
Mi ricorda un racconto di Mishima: due amanti credono che l’altro abbia le ali, e allora si immaginano, si spiano… Il dialetto lo parla?
No, però il dialetto della mia città, e anche altri dialetti li capisco. Certo ho delle preferenze: non mi piace quello romano, non mi piace quello calabrese, detesto quello pugliese… beh detesto i pugliesi, anche quando parlano italiano! Però amo il dialetto veneto, quello napoletano, l’intercalare di certi toscani.
Il gelato a che gusto lo preferisce?
Cioccolato.
Di solito preferisce fare la coppetta o il cono?
Assolutamente il cono. Vuole mettere il divertimento del cono! Ma non ho più l’età per andare per strada… mi fanno certe sguardacciate terribili… il cono è gioia e divertimento…
Da piccola portava le treccine?
Sì, anche le treccine… era il tempo delle vostre nonne.
Si è mai tinta i capelli di un altro colore? Biondo…
No. Li tingo sempre del medesimo colore… Però sto pensando che sarebbe ora di smettere di tingerli.
La TV la guarda?
A meno che non ci sia la segnalazione fidata di qualcuno, non la guardo mai. Semmai, in certi periodi disgraziati come questo (l’attacco terroristico in America, NdR) si seguono i notiziari. Altrimenti con mia figlia talvolta la adoperiamo per vedere dei film in cassetta.
Sanremo?
(risata generale) So cos’è. Mi divertiva sapere, quando ero ragazzina, che Visconti lo vedeva rigorosamente… Veramente, stavano lì, serissimi, a guardare, a dare i punteggi, le votazioni! Anche Marlene Dietrich voleva conoscere Luchino Visconti e capitò, disgraziata, in una di queste sere… Sì, fumo le Nazionali!
Sì, sto vedendo…volevo fare appunto una domanda su quanto fuma!!
Nazionali e senza filtro!… Queste qui invece me le porta Bravi (Giannetto, NdR) dalla Svizzera… è molto gentile… anzi devo pagargli centomila…
Le piacciono i fiori?…
…
…o ci sono dei fiori che detesta…
Detesto le rose a gambo lungo e le orchidee! Sa, quelle robe che ti regalano “così”. Detesto i garofani, i gladioli, le margherite… Mi piacciono i fiori semplici.
Quando è in bagno canta?
No, accendo la Terza Rete, e la maledico perché una volta si poteva ascoltare più musica mentre adesso è tutto un chiacchiericcio. Ascolto “Prima pagina”… Ehi, ma voi non bevete! Mi volete far ubriacare solo a me!…
…Uhm no, è che siamo così presi… Durante qualche conferenza si è addormentata?
No. Come a teatro, mi alzo e vado via.
Qual era…
Non posso più perdere tempo, sono alla fine. Se una cosa mi annoia, via, via di corsa!
Oh! Ma questo è un po’ un melodramma!
Lei dice? Sì, forse c’è del melodramma in me che tengo a bada e che con l’età tende a espandersi… bisogna stare un attenti!
Qual era la sua materia preferita a scuola?
L’italiano. La filosofia.
Le più odiate?
La matematica, l’algebra, la trigonometria!
Sogna ancora il periodo in cui era a scuola?
Certo, mi capita di sognare le interrogazioni di matematica che finivano sempre con un due e “fai venire tua nonna domani”.
Al pomeriggio fa la merenda?
La merendaa, che bello! Noo, non faccio la merenda. Alle volte prendo un caffè, o un tè se incontro una persona. Mi piacerebbe fare ancora la merenda…
C’è un tipo di pasta che preferisce?
Gli spaghetti schiacciati che chiamano con un nome ignobile: “bavette”!
Olio o burro?
Olio.
Usa il cucchiaio per arrotolare gli spaghetti?
…vorrei sapere perché ve la ridacchiate così.
Perché è una domanda un po’ stupidina da farle…
…ah! Comunque no. Quello lo fa Dorfles (Gillo, NdR)! Andate a fare un’intervista a Dorfles e vi divertirete un mondo… e anche lui! Dorfles fa delle cose ignobili a tavola! I-gno-bi-li! Tagliuzza gli spaghetti col coltello e poi li mangia col cucchiaio!
Oddio! Mi fa impressione questa cosa…
Eh sì! Ma andate a intervistare Dorfles, perché quello che riesce a fare con i primi piatti è difficile anche da inventare; questo l’ho scritto da qualche parte, mi pare che quel ritrattino di Dorfles l’abbiano messo in quel libro di Rizzoli, “Ininterrotti transiti”.
Fa la scarpetta?
La scarpetta si fa in cucina quando nessuno ti vede, direttamente nella pentola! Ma non puoi imporre a un commensale di vedere quella roba! La scarpetta si fa, se si fa… non mi fate dire sconcezze… si fa nel totale segreto! Come, nel più totale segreto si fanno tante altre cose.
Ha mai espresso desideri, vedendo una stella cadente?
Sì, tutte le volte, come un cretino, tutte le volte… Ma non solo: anche quando salta il tappo dello champagne e arriva dalla mia parte… che deve essere una di quelle leggende menzoniere… Comunque non sono desideri del tipo “fammi avere questo o quello”, ma solo “fammi avere un po’ di pace”, “evitami un po’ di problemi”…
Quando legge un libro lo sottolinea, fa le orecchie…
Le orecchie no, sono schifose, ma sottolineo, sì, lo riempio di segni a matita.
Scrive poesie?
No, non scrivo poesie né dipingo. Da bambina ne ho scritte, come tutti.
Ha un portafortuna?
Sono ritenuta un portafortuna da amici e conoscenti che mi toccano la spalla.
… le ali…
Sì, e pare che sia vero, va molto bene agli altri.
Le piace lo yogurt?
No, nessuna cosa sana mi piace.
Ha fatto innamorare molti uomini?
Può darsi.
…di quelli che le mandano le rose rosse col gambo lungo…
… di quelli che si buttano dalla finestra no. Sono tutti vivi, e in ottima salute. Quindi non è una cosa così tragica come te la proponevano ai tempi, quando li rifiutavi e ti veniva il senso di colpa.
Giocava con le bambole?
Ehh… per un anno circa sì. Avrò giocato dagli otto ai nove, quando ero ancora sfollata con i miei nonni a Sorrento…
Giocare era visto dai suoi nonni come una perdita di tempo…
Sì, difatti alla fine mi hanno convinto che era meglio leggere, o suonare, e quindi io identificavo il piacere e il gioco come una perdita.
Spedisce delle cartoline?
Sì, a qualche amica o amico che le apprezza e le conserva. E conservo le cartoline che ricevo.
Si ritrova a giocare a carte?
Non lo faccio più, come non ballo più, come non pesco più… Erano le tre cose che mi divertivano molto…
Quindi le piaceva pescare…
Sì, il bolentino, la pesca di lenza, quella che passa per una pesca di grande pazienza e invece non è vero niente.
Si chiama bolentino?
Sì, quella dove tra l’indice e il pollice, dal movimento del filo, si ingaggia la lotta con la povera bestia, bestiolina generalmente, che sta sotto, e la si tira su. Quello mi è sempre piaciuto.
Poi il ballo…
Ah, il ballo, certo… che bello. Sono arrivata fino all’ulaulaop.
E il tango? La vedo molto ballare il tango…
Il problema è sempre trovare chi balla con te, il cavaliere che… va beh oggi non esistono più… il cavaliere che sappia ballare. Il ballo è una delle cose più civili, una delle cose più belle che ci siano.
Qualche sera potrebbe farsi una ballatina… Ha un profumo particolare che indossa?
Tuberosa… (lunga pausa) Ho saputo che negli anni ‘30 imbalsamavano i morti con l’essenza di Tuberosa.
Quando si vede in fotografia si piace?
(lunga pausa) Non ho mai vissuto la bellezza con compiacimento. Cioè, non ci ho mai creduto e poi non mi pareva una cosa importante… Adesso lo capisco, ma tant’è, è passata…
A letto legge?
Sì.
Le sue letture preferite?
Ne ho tante, di vari tipi…
Libri d’arte?…
No, quelli non li leggo più da secoli!
Quindi i romanzi.
Letteratura, voglio dire da Cioran a Manganelli a Thomas Benard. Uno degli ultimi che mi è piaciuto molto è quel librettino che Aldo Nove ha fatto per Einaudi.
Amore mio infinito.
Delizioso… vero?!
Da piccola come trascorreva le domeniche mattina?… andava a Messa…
A Messa venivo condotta per forza… Ma generalmente si trattava di quelle passeggiate salutari che si impongono ai bambini e che sono un autentico supplizio.
Ha mai fatto roteare una tartaruga?
Mi piacerebbe averlo fatto. Al posto della tartaruga ho fatto roteare altre cose.
Legge fumetti?
Beh, sì. Schulz.
E tipo Topolino?
Sì… l’Intrepido, Archimede Pitagorico, Paperino, Topolino no, non mi ha mai divertito… sì, tranne qualche cosa, Ezechiele Lupo, Clarabella… Mi piace che ve ne state lì come due entomologi a fare i segnetti… questo sì… questo no!!!
Internet?
Non lo so, può darsi che mi piaccia. Non è necessario essere così tecnologici.
Ogni tanto per passatempo non naviga?
Io di tempo ne ho pochissimo! Non mi parlate di passatempo! Farei qualche partita a poker!
Il peperoncino lo usa?
Oh sì, santa cosa.
Allora è più per il peperoncino che per il pepe.
Certo.
Va a fare i pic nic?
Quando ero ragazzina sì.
E da sposata?
Uhm… sì, qualche volta, uno, due, tre…
Poteva essere l’occasione per andare a pescare…
Eh no, a pescare ci si va alla mattina, in quel momento magico tra la notte e l’alba…
Una domanda sull’arte. L’artista che le ha strappato il cuore per il suo lavoro.
Bosch. Però potrei dire anche altri venti nomi.
I suoi appunti, i progetti dove li segna?
A matita, su fogli volanti.
Quindi quando si trova in un posto e le viene un’idea la scrive su qualsiasi cosa…
Idea mi sembra una parola grossissima per quelle che possono venire ad una persona che si occupa d’arte contemporanea. L’ultimo critico d’arte che io ricordi con delle idee, è stato Argan, e non tutte giuste. Idee… pensierini!
(accende un’altra sigaretta) Ma fuma molto in un giorno?
Sì, fumo molto. Mi vergogno,è stupido fumare così. Mi vergogno molto di tutte le mie cattive abitudini.
Ha mai cercato di smettere?
No. Ci sono mille motivi per cui io non dovrei fumare neanche una sigaretta! Ma ormai fumare è diventata una parte talmente automatica di me che non riesco… e poi smettere di fumare farebbe senz’altro più male che fumare!
Se tornasse a ballare però sarebbe meglio…
È quello che penso e che mi è stato consigliato: il ballo e la pesca, perché sono due momenti in cui non puoi fisicamente fumare. Mi piacerebbe molto ballare…
Le regaliamo un Bacio, ma siamo curiosi: cosa c’è scritto?
Uhh, che cosa simpatica. Vediamo… (apre la scatola): «Il tempo non potrà mai distruggere ciò che l’affetto ha costruito. Anonimo». (Time can never destroy what affectio has built. / Le temps ne pourra jamais détruire ce que l’affection a construit. / El tiempo nanca podrá destruir lo que el cariño ha construido. / O tempo jamais poderá destruir aquilo que o carinho construiu. / Die Zeit kann niemals das zerstören, was die Zuneigung aufgebaut hat.)
Brevi appunti a margine dell’intervista
Abbiamo scherzato molto su questo incontro con Lea Vergine. Non la conoscevamo di persona ma solo attraverso i suoi scritti, le fotografie che la ritraggono sempre affascinante. Era per noi come andare ad una visitazione, ad un’apparizione. Per cui ci dicevamo, «oggi abbiamo l’apparizione della Vergine». Ringraziamo infinitamente l’amico Giannetto Bravi che ci ha creato l’incontro con lei.
Lea Vergine ci ha chiesto che sarebbe stato bello trarre un profilo psicologico da questa intervista. (“Rosebud”, “Quarto potere”). Ci pare che tutta l’essenza stia nella sua risposta iniziale, nelle parole: «La reazione alla vita di una tredicenne». È quello, forse, il punto centrale dell’intervista. Il passaggio dall’infanzia alla consapevolezza.
Alla fine Ella si è “sottoposta” anche ad un breve gioco-test. Ne è risultato che si vede come una persona razionale, come un centro, sempre al centro dell’attenzione, precisa, catalizzatrice, affettuosa nei sentimenti, ma desiderosa di libertà, una donna che non vuole vere sbarre, limitazioni dalla famiglia e dagli altri…